
Ultimamente mi sono soffermata abbastanza spesso a riflettere su quanto un libro debba essere contestualizzato per essere apprezzato da un lettore.
Mi aiuterò con degli esempi pratici per spiegarmi meglio.
Grazie alla meravigliosa Chiara e al bookswap ho potuto leggere un romanzo che m'interessava da un po' "Il profumo delle foglie di limone", non mi soffermerò sulla trama, se vi interessa potrete trovarla facilmente in rete, ma su una critica che gli è stata mossa, questa:"...il nazzismo trattato con superficialità...", ma a me non pare un motivo per stroncare un libro.
Onestamente se avessi voluto leggere un libro che tratta approfonditamente il nazzismo avrei scelto un libro di storia non un romanzo, certo può piacere o meno, ma se la scrittrice avesse approfondito l'argomento sicuramente avrebbe tolto verve alla narrazione.
Un'altra critica è stata fatta ad "Una ragazza da Tiffany", probabilmente sono di parte perchè adoro Susan Vreeland, ma una tale Vania scriveva in proposito a questo libro:"...una noia bestiale, senza base, senza humor...", ma dico vuoi l'humor?
Leggi le barzellette di Totti, leggi la Letizzetto o Giacobazzi, cosa c'entra la Vreeland?
Chi ti ha consigliato un suo romanzo sapendo che cercavi dell'humor?
Susan Vreeland è famosa per la sua capacità descrittiva così come Tracy Chevalier, se da un romanzo cercassi colpi di scena o humor non avrei letto un loro libro perchè è ovvio, non avrei trovato nulla di tutto ciò, il Book Reporter scrive così:"Susan Vreeland sembra aver trovato la magia per restituire l'arte alla vita con l'alchimia delle parole", credo che non esista una descrizione più giusta.
Certo che se vi aspettate un libro d'arte non è ciò che cercate, ribadisco i suoi sono romanzi.
Un altro appunto, ma questa volta credo più per colpa della casa editrice Mondadori che non per colpa di un lettore poco consapevole va fatto per Zafòn.
"Il principe della nebbia", "Il palazzo della mezzanotte" e (di prossima pubblicazione in italia, ma di cui mio padre ha già letto la versione in lingua originale) "Le luci di settembre" sono una trilogia scritta per ragazzi dai 9 ai 90 anni (come spiega lo stesso Zafòn nella prefazione dell'originale), peccato che la casa editrice non lo abbia spiegato e in molti, quelli che avevano letto "L'ombra del vento" e "Il gioco dell'angelo" sono rimasti delusi da queste uscite successive.
Si aspettavano una trama più articolata, un linguaggio diverso, un po' quello che è capitato ad Isabel Allende per la trilogia de "La città delle bestie", lì però Feltrinelli aveva spiegato la differenza tra i romanzi precedenti scritti per un pubblico adulto e la trilogia più Zorro scritti anche per ragazzi.
Sono giunta alla conclusione (e meno male direte voi!!!) un libro per essere apprezzato va contestualizzato e scelto consapevolmente, certo è difficile consigliare ad altri una lettura, specie se non si ha conoscenza personale ed intima del lettore a cui stiamo consigliando, ma alcune considerazioni oggettive possono essere fatte qunado lavoravo in libreria facevo sempre un sacco di domande, alcuni magari mi avranno considerata molesta, ma specie quando si tratta di regalare un libro credo che alcune cose vadano chieste e vadano proposti più libri.