Buongiorno
carissime,
benvenute alla
discussione finale sulla lettura di “Madame Bovary”.
Vi è piaciuto?
Vi ha sorprese? Forse un’impressione diversa per chi l’aveva letto molti anni
fa’?
Questo mese ho
ricevuto da due lettrici ed amiche del GdL, una grandissima collaborazione per
preparare questo post di fine lettura, quindi passo immediatamente a loro la
parola.
Trama a
cura di Sofia
PARTE PRIMA
Il romanzo si apre con un Charles Bovary
che entra a scuola, inserito come nuovo allievo in una classe turbolenta. “Un
ragazzo placido di carattere , che giocava nell’ora di ricreazione e studiava
nell’ora di studio”, che si manteneva ad un livello medio. Dopo essere stato
bocciato all’esame di ufficiale sanitario, con grande onta del padre (che seppe
la verità solo cinque anni dopo), si rimise a studiare e divenne finalmente
medico. La madre gli procura un lavoro e poi una moglie, una vedova brutta e
rinsecchita con una grande dote. Il matrimonio dura poco perché la vedova muore
e lo lascia finalmente padrone del suo destino.
Charles comincia a frequentare la
casa di un suo paziente, papà Rouault e pian piano si innamora di Emma, sua
figlia e la sposa. La ragazza dopo i primi giorni di luna di miele, però mostra
insoddisfazione, che il medico non coglie. Lui la osserva in silenzio mentre
lei disegna, senza immaginare i suoi pensieri negativi e la difende dagli
attacchi della madre, che la trova sventata e poco incline alle economie
domestiche di una buona moglie. Ma lei è affascinata dalla bella vita e scorge
una possibilità di viverla attraverso un invito che i Bovary ricevono ad una
festa al castello dove balla con un visconte. Il contatto casuale con quel
mondo la porta ad essere sempre più attenta ai particolari della moda, anche se
l’incanto non si ripeterà più e quando si accorge che non riceve più alcun
invito, è la noia a prendere il sopravvento. Il marito la vede cambiata, ma non
immaginando quale ne sia la causa, immagina che andare a stabilirsi altrove
possa essere una soluzione ed abbandona Tostes per stabilire la sua residenza a
Yonville. Quando partono, a marzo, Emma è incinta.
PARTE SECONDA
Vanno ad abitare a Yonville e nasce la loro bambina, Berthe, che viene messa a balia da una contadina, per Emma la vita è noiosa anche qui. Unica lusinga alla sua esistenza sembra essere il giovane praticante del notaio, vicino di casa, Leon che si innamora di lei. Non riesce a manifestarglielo stupita ella stessa di questo sentimento nuovo e diverso da come pensava dovesse essere e Leon non si sente ricambiato. Così il ragazzo fugge e decide di trasferirsi a Parigi, per finire i suoi studi. Emma lo lascia partire senza dirgli nulla, la sua vita diventa ancora più noiosa e poco attraente. Ma con l’arrivo di una cerimonia importante che vede riunito tutto il paese si presenta una nuova occasione per cambiare il corso degli eventi. Emma conosce Rodolphe Boulanger, che con una scusa comincia rispettosamente a corteggiarla. Charles, ignaro, incoraggia l’amicizia galante, spingendola ad uscire a cavallo con lui, nella speranza di veder migliorata la salute malferma della moglie. Emma diventa l’amante di Rodolphe. La carriera medica di Bovary intanto subisce un duro colpo, quando lui opera uno storpio con una tecnica sperimentale e fallisce, costringendo il paziente all’amputazione della gamba. Emma considera ciò una grave umiliazione per se stessa e spera che una fuga con Rodolphe sia la soluzione per buttarsi il matrimonio con un fallito alle spalle. Ma Rodolphe, codardamente, la lascia con una lettera di scuse e parte senza lei la sera prima dell’agognata fuga d’amore. Emma pensa al suicidio. Charles sempre all’oscuro di tutto, assiste impotente all’aggravarsi della salute della moglie e confuso e vessato dai debiti, chiede un prestito ad altissimo interesse al merciaio Lgeureux, col quale stipula una cambiale. Convinto di essere sempre attento alle esigenze della moglie, la conduce ad uno spettacolo teatrale a Rouen, dove rivedono Leon.
PARTE TERZA
La sera stessa Emma rimane con una scusa in albergo, mentre il marito è costretto a ritornare a casa.
Da lì a poco lei e Leon diventano amanti. Emma Trova la scusa di dover prendere lezioni di piano a Rouen e la sua vita sembra di nuovo avere senso tra le braccia del giovane. Ma il merciaio Lgeureux la riconosce con Leon, e la ricatta facendole firmare nuove cambiali sempre piu' alte. Inoltre la situazione con Leon si deteriora, mentre il merciaio arriva a farle mandare una ingiunzione del tribunale con il pignoramento dei mobili e di tutto quanto possiede. Emma chiede aiuto a tutti ma nessuno la può salvare. Non sapendo più che fare, ingoia una manciata di arsenico e torna a casa dove muore, lasciando una lettera d'addio al marito. Charles perde la moglie e rimane sconvolto, aggrappandosi ad un ricordo di lei idealizzato, fino a che trova per caso tutte le lettere d'amore di Rodolphe e di Leon. Allora impazzisce quasi di dolore e si lascia andare. Un giorno la figlia lo trova morto su di una panchina, con in mano una ciocca di capelli di Emma.
PARTE SECONDA
Vanno ad abitare a Yonville e nasce la loro bambina, Berthe, che viene messa a balia da una contadina, per Emma la vita è noiosa anche qui. Unica lusinga alla sua esistenza sembra essere il giovane praticante del notaio, vicino di casa, Leon che si innamora di lei. Non riesce a manifestarglielo stupita ella stessa di questo sentimento nuovo e diverso da come pensava dovesse essere e Leon non si sente ricambiato. Così il ragazzo fugge e decide di trasferirsi a Parigi, per finire i suoi studi. Emma lo lascia partire senza dirgli nulla, la sua vita diventa ancora più noiosa e poco attraente. Ma con l’arrivo di una cerimonia importante che vede riunito tutto il paese si presenta una nuova occasione per cambiare il corso degli eventi. Emma conosce Rodolphe Boulanger, che con una scusa comincia rispettosamente a corteggiarla. Charles, ignaro, incoraggia l’amicizia galante, spingendola ad uscire a cavallo con lui, nella speranza di veder migliorata la salute malferma della moglie. Emma diventa l’amante di Rodolphe. La carriera medica di Bovary intanto subisce un duro colpo, quando lui opera uno storpio con una tecnica sperimentale e fallisce, costringendo il paziente all’amputazione della gamba. Emma considera ciò una grave umiliazione per se stessa e spera che una fuga con Rodolphe sia la soluzione per buttarsi il matrimonio con un fallito alle spalle. Ma Rodolphe, codardamente, la lascia con una lettera di scuse e parte senza lei la sera prima dell’agognata fuga d’amore. Emma pensa al suicidio. Charles sempre all’oscuro di tutto, assiste impotente all’aggravarsi della salute della moglie e confuso e vessato dai debiti, chiede un prestito ad altissimo interesse al merciaio Lgeureux, col quale stipula una cambiale. Convinto di essere sempre attento alle esigenze della moglie, la conduce ad uno spettacolo teatrale a Rouen, dove rivedono Leon.
PARTE TERZA
La sera stessa Emma rimane con una scusa in albergo, mentre il marito è costretto a ritornare a casa.
Da lì a poco lei e Leon diventano amanti. Emma Trova la scusa di dover prendere lezioni di piano a Rouen e la sua vita sembra di nuovo avere senso tra le braccia del giovane. Ma il merciaio Lgeureux la riconosce con Leon, e la ricatta facendole firmare nuove cambiali sempre piu' alte. Inoltre la situazione con Leon si deteriora, mentre il merciaio arriva a farle mandare una ingiunzione del tribunale con il pignoramento dei mobili e di tutto quanto possiede. Emma chiede aiuto a tutti ma nessuno la può salvare. Non sapendo più che fare, ingoia una manciata di arsenico e torna a casa dove muore, lasciando una lettera d'addio al marito. Charles perde la moglie e rimane sconvolto, aggrappandosi ad un ricordo di lei idealizzato, fino a che trova per caso tutte le lettere d'amore di Rodolphe e di Leon. Allora impazzisce quasi di dolore e si lascia andare. Un giorno la figlia lo trova morto su di una panchina, con in mano una ciocca di capelli di Emma.
Commento a cura di Simonetta
di "Letture senza tempo"
Spesso ci
siamo sentite nei panni di Emma?
Sono stata indecisa se ri-leggere questo romanzo, quando, in questi ultimi mesi riordinando la mia
“biblioteca”, mi son venuti alle “mani”
un paio di saggi sulla scrittura ( elementi fondamentali per documentarsi
meglio come spiegare a giovani generazioni l’ambientazione ed il contesto in
cui si muove Emma) e nuovamente, in entrambi, si citava il romanzo di Flaubert,“Madame Bovary”, come un caposaldo per
comprendere meglio l’universo femminile.
Ho deciso allora che lo avrei riletto per ri-scoprire quel tanto di particolare che si cela in quelle
pagine o verificare, cosa si intende per
“bovarismo”.
La storia è famosa e intrisa di spunti sia di riflessione che di
discussione che spero siano la basi per confrontarsi fra noi del Gruppo di Lettura in questa già calda estate!!
Emma, “eroina romantica” protagonista , lei stessa, del “romanzo
sociale” di metà ‘800 in cui uno
dei temi sociali dell’800 è la diversità tra le varie classi sociali,
allora ben delineata.
Una Emma che
preannuncia le rivoluzioni delle donne?? che aspira a quelle passioni accese e
a quella vita signorile che venivano
descritte nei romanzi e nei “giornali
di moda” e oggi….???
Ognuno di noi credo sia consapevole che nella vita
può accadere un periodo di sfasamento tra quello che siamo e quello che
vorremmo essere; è un problema fondamentale, la cui soluzione
non può venir affidata passivamente al trascorrere degli anni, sperando che la
casualità della nostra vita ci porti, prima o poi, a riconciliarci con i nostri
desideri. Occorre, invece, affrontare il problema con lucidità e forza di
volontà.
Credo comunque che ogni donna nutra sogni,
ambizioni, ma che poi debba fare i conti con la realtà e che tendere ad obiettivi più alti offre lo slancio per
progredire pur nell’ amarezza di una non
concreta realizzazione
Emblematicala canzone di Guccini “Madame Bovary”
*** *** ***
Questo
sarà un fine mese ricco di attività al GdL di Bryce’s House.
Attendo
i vostri commenti a Madame Bovary (qui di seguito), mentre già da ieri è stato
pubblicato il post dedicato alla lettura di luglio (attendo le vostre
iscrizioni, numerosissime, perché sono sicura che si tratta di un testo molto
amato) e naturalmente, trovate già il sondaggio per scegliere i
prossimi libri da inserire in calendario lettura fino alla fine del mese,
votate!!!!!
Vi
ricordo che per ogni segnalazione è sufficiente lasciare un commento ai post in
questione, proposte e suggerimenti sono sempre ben accetti (è solo una
questione di tempo potere metterli in pratica).
Buona
lettura a tutte e buon luglio!!!
Erica
Bryce’s
House
Che dire, una bella esperienza che continua.
RispondiEliminaLa storia è un classico che si legge e si “studia” a scuola: si analizza la trama, il contesto, lo stile ecc. Personalmente devo dire che l’autore francese non si legge in relax; risulta molto formale, alla ricerca di termini e descrizioni a dir poco minuziosi e se chiudi gli occhi ti sembra di vedere il dipinto di una Emma abbigliata per il ballo, o la sala “dove uomini dai 25 ai quarant’anni fermi in conversari si differenziavano per il vestito di panno morbido con la carnagione della gente ricca, carnagione bianca che il pallore delle porcellane e la vernice dei bei mobili fanno risaltare insieme a un regime prudente di alimenti squisiti” (“Madame Bovary” - Editore de Agostini, Novara 1983, trad. H.Revel, p. 50). Ma al tempo stesso affascinante per la sua storia tremendamente moderna ed attuale.
Credo che vada letto, sia per conoscere un pezzetto di storia della letteratura, sia per gustare alcuni passaggi, tratteggiati quasi poeticamente.
Nel leggerlo ci si può sentire spaesati, forse la paura principale è quella di far soffrire le persone che si amano, Emma Bovary infatti è sempre stata la personificazione dei nostri timori e pagina dopo pagina si è sperato che si ravvedesse e tornasse a essere madre e moglie
Sicuramente il contesto in cui si muove Emma spiega la sua insoddisfazione e la sua immaturita' e ce la fa amare come una sorella minore. E' una donna femmina, che vive in un secolo in cui non si riesce ad affermrsi, se non attraverso gli stereotipi di moglie e madre nei quali lei non si riconosce. Ama il bello, il lusso e la vita in generale, ma nonostante provi tutte le strade che conosce per viverla, viene sconfitta dal maschilismo che la circonda. Si dona ma non si prostituisce, ama col cuore e mai col tornaconto, forse il suo limite e' quella visione troppo romantica che le impedisce di accettare la mediocrita' di cui e' circondata.
RispondiEliminaUno stile, quello di Flaubert, che lo rende unico e classico, che ha tratteggiato una donna vittima fiera del suo tempo. Mi piace pensare che ai nostri giorni il finale sarebbe stato diverso, e lei avrebbe avuto il coraggio di osare partendo da sola in cerca del suo destino!!!!
Sofia
Emma secondo me può essere capita solo tenendo conto del suo contesto storico di cui è il prodotto ma che al tempo stesso le pone quei limiti invalicabili contro cui si scontra fino a perdere la vita. Nonostante questo mi viene sempre voglia di darle una bella scrollata: si vorrebbe vederla aprire gli occhi sulla fondamentale mediocrità di tutti gli uomini che la circondano a cui lei presta i colori della sua fantasia. Vorrei vederla più costruttiva, più propositiva. Comprendo il dolore di Emma ma proprio per l'abisso storico che ci separa fatico di più a comprendere il suo accasciamento.
RispondiEliminaContenta di aver avuto l'occasione di rileggere questo romanzo dopo tanto tempo e forse di essermene fatta un'opinione diversa, devo dire che i sentimenti che provoca Emma in me sono contrastanti. Da un lato c'è comprensione - se non simpatia - per il fatto che è una donna "in trappola" e che soffre in un mondo che non la comprende perché all'epoca veniva tutto liquidato come "problemi femminili" non meglio specificati, e la cura era praticamente inesistente. Dall'altro le aspirazioni di Emma sono tutto sommato frivole.
RispondiEliminaIn più, le figure maschili del romanzo sono anch'esse piuttosto mediocri: Charles è, direi, inadeguato. Altri sono frivoli come Emma, ma perché sono uomini, a loro è concesso di comportarsi come vogliono. Altri, tipo il farmacista, sono avidi.
Insomma, direi una critica feroce alla società tutta da parte di Flaubert. Comunque, nonostante sia stato scritto in un periodo storico lontano dal nostro, non trovate che si possano muovere le stesse critiche anche alla società odierna? Con le dovute differenze, perché se fosse nata ai giorni nostri Emma, invece di avvelenarsi si sarebbe semplicemente separata, o forse non si sarebbe mai sposata e avrebbe fatto la Bridget Jones di turno. Ma, alla fine, anche la società di oggi, non è tutta protesa a cercare la felicità nelle cose materiali più che nei sentimenti?
Avrebbe fatto la velina dici? Argggghhh! Rivaluto molto il finale scelto da Flaubert
EliminaLa nostra Emma non è stata in grado di ribellarsi e di affrontare le difficoltà tipiche del suo mondo. Sceglie la clandestinità per esprimere al meglio se stessa perché la famiglia e gli amici non erano in grado di capire le sue angosce e che, inoltre, erano anche un po’ distanti dal suo modo di concepire la vita. Non rinuncia al lusso e alle stravaganze presenti nelle sue fantasie e vive, giorno dopo giorno, esperienze senza verificare il contenuto del portafoglio. Isolando se stessa ed adattando ciò che ha da ciò che vuole essere, è condannata a pagare a caro prezzo le sue scelte anche se, piano piano, riesce a coinvolgere i suoi amanti nelle sue avventure (che poi la abbandonano nei giorni più tristi). Il risultato che ottiene è autodistruttivo: consuma a poco a poco il suo fisico e la sua mente fino ad annullare totalmente se stessa con la morte. Non accettando il suo presente e la realtà sceglie, come unica via di salvezza, la morte…
RispondiEliminaSaluto tutti con affetto.
Innassia
Oltre a quanto da tutti noi commentato sul romanzo di Flaubert e sull'analisi del personaggio femminile, voglio aggiungere un contributo che spero sia momento di confronto fra noi del gruppo e che ci spinga a condividere i vari punti vista anche oltre gli appuntamenti delle letture programmate.
EliminaOggi se vogliamo rileggere il personaggio di Emma, esso ci appare più che un ostaggio del marito, ostaggio dell’autore stesso che la “incalza” accanitamente e tanto “tenacemente” da sfiorare il grottesco, con una determinazione amara e sbeffeggiante.
Queste mie affermazioni sono dettate dall’aver “rispolverato” il panorama della letteratura e della critica (1993) con l’analisi della scrittrice Dacia Maraini che ha indagato a fondo e in maniera del tutto singolare sul personaggio di Emma e sull’autore pubblicando ”Cercando Emma. Gustave Flaubert e la signora Bovary: indagini attorno a un romanzo” Rizzoli ed., 1993.
L’autrice nel suo INCIPIT ci dice che “Emma Bovary è una di quelle persone «di casa» nella città interiore, ci sembra di conoscerla da tanto, la sua storia ci è familiare. Per anni abbiamo sentito dire che Emma è la creatura più amata da Flaubert, tanto da spingerlo a identificarsi pubblicamente con lei: «Madame Bovary c’est moi». Abbiamo sentito dire che l’adulterio di Emma viene annunciato, spiato, seguito dal suo autore con profonda comprensione, quasi che il romanzo fosse una giustificazione della libertà d’amore femminile all’interno delle strettoie del matrimonio borghese, in un ambiente saturo di banalità e di luoghi comuni”.
E’ dunque una nuova lettura del libro flaubertiano e una nuova analisi della sua eroina; con lo sguardo attento di una lettrice di oggi, "donna, e consapevole". la Maraini ha focalizzato la sua analisi su Emma Bovary, e in particolar modo sul rapporto ambiguo di odio- compassione che corre fra lei e Flaubert.
"Emma Bovary sono io": che cosa c'e' di così vero ma anche di contraddittorio, in questa frase?
“La relazione autore- personaggio, afferma Giacomo Leronni di Salotto Letterario ,è una commistione affettiva ed autobiografica che esiste tra il creatore e la sua creatura: e la famosa frase "Madame Bovary c'est moi", pone l’accento sul contrasto apparente che vede Flaubert compenetrarsi a tal punto nella sua Emma per poi disconoscerla del tutto il personaggio e parlarne come creatura del tutto fittizia, assolutamente inventata”.
Possiamo condividere o meno queste posizioni??
Non avendo letto il saggio in oggetto posso azzardare solo alcune osservazioni, del tutto personali. Credo che l'affermazione fi Flaubert "Madame Bovary c'est moi" sia tutt'altro che priva di fondamento: benchè un un grande scrittore riesca, talvolta, a superare le barriere del proprio sesso di appartenza e scrivere una fondamentale verità sull'essere umano nel suo insieme, mi capita spesso, leggendo libri scritti da uomini, di pensare che i personaggi femminili abbiano un'emotività credibile ma non "vera". Faccio un esempio: leggevo poco fa un libro, dal titolo "Mio zio e il mio curato" scritto da Jean De La Bréte. Ero sì e no a pagina 30 quando mi sono messa a pensare: secondo me questo scrittore è una donna. I moti vivaci dell'animo di un'adolescente, l'impertinenza, il modo di pensare di una ragazza di 16 anni, vi erano ritratti con tanto divertente realismo (è infatti un romanzo leggero) che nonostante la distanza storica (il libro è del 1882, destinato alle ragazze) e l'ingenuità della protagonista non poteva non ricordarmi la mia stessa adolescenza. Il giorno dopo googolando: ho scoperto che effettivamente è lo pseudonimo di Alice Cherbonnel. Viceversa trovo che la psicologia di Emma risenta assai del fatto di essere stata scritta da un uomo, per quanto scrittore eccezionale. Infatti essa è la summa delle idiosincrasie e dei difetti che, nella sua epoca, gli uomini vedevano nelle donne. Ella è una creatura debole, accasciata, incapace, di agire razionalmente, tutto sommato superficiale, dotata di un surplus di emotività incontrollabile,...tutti difetti che la società maschile stigmatizzava e riteneva essere la dimostrazione stessa dell'inferiorità femminile. In tutta franchezza trovo assai più realistico l'umorismo di una Elizabeth Bennet o il solido pragmatismo della sua amica Charlotte Collins o ancora l'emotività esplosiva ma dominata, diretta da una volontà fortissima, di una Jane Eyre. E questo solo per citare due autrici antecedenti Flaubert. Non esiterei a giudicarlo un libro assai maschilista se i personaggi maschili non fossero addirittura più fatui, inconsistenti e meschini della povera Emma. Penso che il libro di Flaubert sia erronemente considerato un romanzo che parla d'amore, o comunque di emotività, e vada invece considerato quale romanzo di critica sociale a tutto tondo, come i libri del contemporaneo Zola, benché a differenza di quest'ultimo il suo focus sia sulla piccola borghesia anzichè sulla classe operaia.
Eliminasono stata stra-felice di rileggere Madame Bovary. è un classico stupendo che, come hai ben detto nel post-commento, parla ancora alla donna di oggi che non sa scindere il mondo perfetto delle riviste e dei romanzi da quello della realtà.
RispondiEliminaemma è una donna fragile, vulnerabile, che ama e non sa chi la ama davvero e soffretantissimo per amore, ma solo perché lo cerca dalla parte sbagliata. è la donna infedele per eccellenza.
Emma è una moglie imperfetta, alla ricerca di una perfezione personale che dovrà ricreare i classici romanzi d'amore che legge. Essendo terribilmente annoiata, si lascerà corteggiare dal praticante notaio Léon, senza che nulla superi, per il momento, l'amor platonico. Partito per Parigi Léon, Emma si lascerà sedurre dallo scaltro Rodolphe e le sembrerà di aver trovato la felicità, a tal punto che programmerà di fuggire con lui. Verrà abbandonata con una lettera, antenata degli attuali sms. Sconvolta, Emma perderà la lettera senza mai più ritrovarla.
Il problema di Emma è che i suoi eccessi di passione ed ardore, spaventano, stancano e mettono in fuga gli uomini che la scelgono solo come amante e da lei non vogliono nient'altro.
Emma ritroverà Léon che, nel frattempo, avendo "fatta pratica" in città, saprà come legarla a sé. La famiglia di lui, venuta a sapere da pettegolezzi della relazione del figlio con un'adulterà, farà di tutto per distoglierlo dal suo hobby amoroso e Léon lascerà Emma. Intanto, la signora Emma Bovary, con il suo stile di vita fatto di eccessi e di lusso, ha contratto debiti con un usuraio e, non sapendo cosa fare, chiede aiuto invano ai suoi due amanti, che di lei hanno avuto il meglio e non vogliono impicci. Emma, sola e disperata, sceglierà la facile via del suicidio.
Il marito Carlo, che le è sempre rimasto accanto, ignaro delle sue tanto vociferate relazioni, si lascerà morire ma, come colpo di grazia, trova la lettera perduta di Rodolphe.
La figlia di Emma e Carlo, rimasta orfana e povera, dovrà lavorare in fabbrica per sopravvivere.
http://pupottina.blogspot.it/2011/10/madame-bovary-di-gustave-flaubert.html
ho votato al sondaggio e ce ne sono un paio già letti che mi piacerebbe rileggere con voi.
RispondiEliminainizio subito Piccole donne che ho letto da piccola piccola .... quasi mi sento vecchia se ci penso quanto tempo è passato ;-)
Sicuramente non è il mio genere!
RispondiEliminaHo studiato Madame Bovary al liceo (linguistico) qualche anno fa.
RispondiEliminaRileggendolo adesso ho ritrovato un personaggio particolare, intenso ma al contempo fragile.
Emma parte come personaggio forte, che vorrebbe cambiare il suo mondo e cerca il proprio riscatto sociale, poi mano a mano si trasforma perché è sopraffatta dagli eventi e finisce per arrendersi al timore del prossimo e, alla fine, piuttosto che ammettere i propri errori, decide di togliersi la vita ed esce di scena, suo malgrado, in modo plateale.
Certo, il romanzo deve essere inquadrato tenendo bene a mente il contesto storico in cui è scritto, ma credo che anche al giorno d'oggi, purtroppo, ci siano ancora tante Emma Bovary.
Fosse vissuta ai nostri tempi, avrebbe immaginato luci nella ribalta, o una telecamera intenta a inquadrarla: Emma si immagina di essere un’eletta destinata al gran mondo...
EliminaSono in ritardo lo so, ma non ho avuto un attimo per poter scrivere questo mio commento con calma... eccomi qui finalmente!
RispondiEliminaSono stata molto felice di poter rileggere Madame Bovary a distanza di più di dieci anni dalla prima lettura, così da poter apprezzare al meglio questo romanzo magnifico. Ciò che fa amare questo libro è, senza ombra di dubbio, la figura di Emma, così diversa dalle eroine dei romanzi di Jane Austen, eppure così umana...
Leggendo la storia si Emma ho provato rabbia per il modo in cui butti tutto all' aria per seguire dei sogni di grandezza che, alla fine, la portano alla rovina; al contempo però, non ho potuto fare a meno di provare pena per la sua incapacità di cogliere e godersi la felicità che ha ad un palmo di naso. Emma è piena di contraddizioni, contraddizioni che, però, la rendono fantastica.
Gli anni possono anche trascorrere , ma i capolavori restano. Mai romanzo è stato più moderno di questo, soprattutto quando lo si rilegge dopo molti anni...Quante Bovary in noi stesse!
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