Buongiorno carissime,
anche il mese di Aprile è trascorso, con le sue festività ed i primi accenni di primavera; voi come state?
Sui nostri comodini c'è ancora il romanzo di Erri de Luca, I pesci non chiudono gli occhi, vi è piaciuto? cosa ne pensate?
Dicevo che è ancora sui nostri comodini, perchè io al momento non l'ho ancora terminato... eh lo so che non era molto lungo, ma ho studiato tutto il mese ed al momento i libri sul mio comodino sono di altro genere :( però vi prometto che lo finirò tra qualche giorno e vi lascerò il mio commento (come solito arrivo sempre in ritardo, ma arrivo!!!).
Ecco un breve cenno tratto da IBS:
A dieci anni l'età si scrive per la prima
volta con due cifre. È un salto in alto, in lungo e in largo, ma il
corpo resta scarso di statura mentre la testa si precipita avanti.
D'estate si concentra una fretta di crescere. Un uomo, cinquant'anni
dopo, torna coi pensieri su una spiaggia dove gli accadde il necessario e
pure l'abbondante. Le sue mani di allora, capaci di nuoto e non di
difesa, imparano lo stupore del verbo mantenere, che è tenere per mano.
Ed ora la parola a voi, ai vostri commenti ed alle vostre critiche... non vedo l'ora di leggervi!!!
Mentre da domani invece chi legge con il GdL il prossimo libro?
Rebecca la prima moglie di Daphne Du Maurier
Vi aspetto!!! a presto e buona lettura!
Erica
p.s. dovremo già iniziare a pensare ai prossimi romanzi da inserire in calendario, cosa mi proponete?
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Il libro di Erri De Luca è nella mia lista. Ho letto "Non ora, non qui" e mi è piaciuto moltissimo.
RispondiEliminaLe premesse per ottenere un buon risultato c'erano tutte, ma è stato solo sfiorato. La storia è stata insufficientemente sviluppata. Un vero peccato. Con “Il peso della farfalla” ero dentro il racconto, in questo caso, mentre giravo le pagine, avevo l'impressione di sfogliare un riassunto. Un opera mancata.
RispondiEliminaPer “Rebecca la prima moglie” di Daphne Du Maurier ci sarò: ho già il libro che mi aspetta ...
… per il prossimo calendario indico un libro di Maugham W. Somerset “Il velo dipinto”
Era il primo libro di Erri De Luca per me e devo dire che mi è piaciuto.
RispondiEliminaPerò è stato un pò strano l'evolversi della lettura: all'inizio ho pensato che era un libro bello, piuttosto originale; dopo un pò ho iniziato a pensare che in effetti era un pò troppo slegato, un'insieme di pensieri anche belli, di profonde riflessioni, senza però un vero legame tra loro tranne forse che per la storia della ragazzina conosciuta al mare; e poi ancora, arrivando verso la fine, mi sono resa conto che mi era piaciuto davvero!!
Non so spiegarlo: proprio nelle ultime pagine ho sentito che mi ero legata a quel bambino di 10 anni, ma anche a quell'uomo che scriveva di sè bambino, ho sentito che i suoi pensieri mi avevano affascinato e mi erano entrati in cuore senza che me ne accorgessi subito, ma pian piano, silenziosamente, un pò alla volta.
Ci sono passaggi molto poetici, si potrebbero tirare fuori un sacco di citazioni da questo libro.
Non so se altri libri di questo autore mi piaceranno allo stesso modo, ma proverò senz'altro a leggerli, adesso che ho "rotto il ghiaccio".
Come proposta per il futuro io ho già sul Kindle "Venuto al mondo" della Mazzantini. E' lì che attende di essere letto. Magari potremmo farlo insieme ;-)
Baci a tutte!!
Ho notato, come fa l’autore, che all’ avvicinarsi di una certa età…si sente l’urgenza di tirare le somme sulla propria esistenza e misurare la distanza che ci separa dai ricordi più lontani. Ben cinquant’anni separano l’Erri De Luca di oggi dal bambino di dieci anni che decide di richiamare a sé nel suo ultimo libro, I pesci non chiudono gli occhi, edizione Feltrinelli, 2011. Lo scrittore napoletano con slancio opera una regressione profonda che lo fa riemergere sulla spiaggia di Ischia (come nell’altro suo romanzo Tu, mio, 1998), in un’estate degli anni ’60 quando anche suo padre, di origini americane, si mostrava sognatore e si recava negli Stati Uniti per inseguire il sogno americano, l’american dream. Il sogno del ragazzino Erri era allora quello di riuscire a liberarsi di quel corpo ancora infantile che a dieci anni si avverte come una zavorra rispetto alla testa che corre in avanti verso una età adulta ancora in formazione ma alimentata dalla lettura dei libri del padre:«Avevo raggiunto i dieci anni, un groviglio d’infanzia ammutolita. Dieci anni era traguardo solenne, per la prima volta si scriveva l’età con doppia cifra. L’infanzia smette ufficialmente quando si aggiunge il primo zero agli anni. Smette ma non succede niente, si sta dentro lo stesso corpo di marmocchio inceppato delle altre estati rimescolato dentro e fuori».
RispondiEliminaSe riflettiamo bene l’attesa di crescere e l’attesa della fine della vita sono uguali e diverse. Sono, per chi crede, comunque il principio di un’altra esistenza.
A dieci anni crescere significa mettere in collegamento «il nervo tra il dolore fuori e le mie fibre», accorgersi, passando dal chiuso di una stanza della casa di città, in una Napoli del dopoguerra non a misura di bambino, agli spazi aperti di una località di mare, delle grida, le miserie degli altri. Significa non considerare più il verbo “amare” puro ingrediente letterario scontato, ma decidere di coniugarlo nella vita di tutti i giorni e non più attraverso i tempi e i modi mediati dai libri.
Come erri scopre la potenza dell’amore? Ecco una ragazzina, di cui De Luca ha il ricordo visivo ma non il nome, venuta dal Nord, amante dei romanzi gialli e degli animali e con un nuovo concetto di giustizia, «attenta al caso singolo e che inventa su misura la sentenza, muove dalla misericordia per l’offeso, perciò riesce ad essere spietata».
E la ragazzina provoca la gelosia di tre “scugnizzi” poco più grandi verso quel ragazzino pescatore introverso, taciturno e timido che aspetta solo che qualcuno incida quell’involucro opprimente dal quale far scaturire un corpo nuovo più vicino al sentimento di sé che si sta facendo avanti.
La trama del romanzo è essenziale, mediata da una scrittura in bilico tra prosa e poesia , bilanciata dalla immediatezza del fraseggio dialettale. Il titolo, quasi fiabesco, I pesci non chiudono gli occhi, è tratto, come per quasi tutti i libri dell’autore napoletano, da una frase pronunciata in questo caso dalla ragazzina che la dice al bambino: egli la guarda con stupore, sgranando gli occhi e proprio come i pesci non chiude mai gli occhi e quando lo farà...
Care blogger e amanti della lettura ho condiviso questa lettura anche sul mio blog ecco il link http://letturesenzatempo.blogspot.it/2013/05/un-poeta-scrittore-dolce-erri-de-luca_1.html
Per il consiglio diuna prossima lettura, mi associo a "Venuto al mondo" della Mazzantini, uno dei miei figli lo ha letto e me lo ha consigliato.
saluti e buon primo maggio
simonetta
Ciao a tutte, il libro di aprile mi è piaciuto (il primo che ho letto di De Luca), l'ho trovato intenso e poetico. Mi sono lasciata prendere come accade ogni volta, trasportare nella storia che a tratti anche io l'ho trovata strana, sembrava un sogno.
RispondiEliminaMolto bello quando scrive " Leggere i libri somigliava a prendere il largo con la barca, il nero era la prua, le righe onde."
Per il libro di maggio l'ho iniziato ieri!
Buona lettura a tutte
Teresa